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La balbuzie è un disturbo della parola, che viene pronunciata in maniera non fluida, ma con interruzioni, ripetizioni di parti, prolungamenti di suoni.
Il difetto può assumere diversi stadi di gravità, variando da una compromissione lieve e occasionale della fluidità del parlare fino ad una interruzione prolungata, che può portare ad un vero e proprio blocco della comunicazione verbale.
Dovuta a cause molteplici e complesse, molte delle quali sono ancora in fase di studio, talvolta correlata ad altri problemi del linguaggio e a disturbi dell’apprendimento, la balbuzie può insorgere nella prima infanzia e continuare, in circa il 20% dei casi, nell’età adulta.
La componente psicologica nell’evoluzione del disturbo è elevata: le insistenti prescrizioni correttive della famiglia, in genere attuate in modo empirico e attraverso modalità non rispettose dello stato di disagio del bambino, la derisione dei compagni nell’ambiente scolastico e, di conseguenza, la sensazione di inadeguatezza e di inferiorità che ne derivano, aggravano il difetto, caricando il soggetto di ansia, di disistima, di vergogna e di crescente fobia di esprimersi attraverso la comunicazione verbale.
La terapia della balbuzie prevede interventi di cura personalizzati e distinti in base all’età del paziente, basati su tecniche volte a migliorare la fluenza del discorso ed a rimuovere i fattori psicologici che la ostacolano.
(Liberamente tratto da Wikipedia).